domenica 17 gennaio 2010

Articolo de "Il Mattino" sulla riapertura di Cappella don Paolo

E' comparso, su "Il Mattino" di oggi la notizia della riapertura della nostra cappella don Paolo. Il link per leggerlo direttamente dal sito del giornale è il seguente:
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20100117&ediz=CIRC_SU2&npag=56&file=obj_4844.xml&type=STANDARD.
Di seguito ne riportiamo il testo a firma di Aniello Sammarco.

Riaperta la Cappella
era un gioiello barocco.


Torre del Greco In poche settimane è diventata il punto di riferimento dei fedeli della zona alta della città e soprattutto dei giovani, che hanno trovato nella chiesa della beata Vergine Maria del monte Carmelo un luogo di aggregazione non solo spirituale. La piccola struttura religiosa, conosciuta dai residenti di via Cuma, una traversa di via De Nicola, anche come cappella don Paolo, è stata donata alla chiesa di Sant'Antonio Brancaccio. Da qui la decisione di restaurarla, voluta dalla comunità parrocchiale, guidata dal parroco Carmine Ascione, che si è affidato agli architetti Lorenzo e Giuseppe Pisacane, che hanno riconsegnato all'antico splendore un'opera di grande interesse sociale e culturale: «È una testimonianza - afferma Lorenzo Pisacane - in cui si riconoscono la nostra identità e le nostre radici. Non a caso, lo spirito con cui la committenza e i progettisti dell'intervento di restauro hanno operato è stato quello di salvaguardare tale eredità, affinché ne potessero godere anche le generazioni future». All’inaugurazione dell'opera restaurata è intervenuto il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, che ha avuto parole di elogio per l'intera comunità parrocchiale: «Anche perché - fa presente adesso un fedele - apprendiamo che a Napoli le chiese si chiudono, come nel caso di San Pietro Martire». La chiesa di via Cuma ha una storia importante: piccolo gioiello di architettura barocca, è stata realizzata nel 1778, edificata per volere dei fratelli Gennaro, Natale, Giovanni e Antonio Ruggiero, come del resto si legge nel cartiglio posto sotto lo stemma in stucco dei fondatori e visibile sulla facciata esterna. Il motivo per il quale la chiesetta abbia preso e conservato nel tempo il nome del cappellano don Paolo Serpe, si riconduce al fatto che la famiglia Serpe tra il 1830 e 1840 ebbe il padronato della cappella, essendo divenuta proprietaria dell'antica masseria Ruggiero alla quale era aggregata. La struttura costituisce un esempio di architettura religiosa minore tipico delle zone vesuviane, tanto da essere censita nella carta delle emergenze storico-architettoniche redatta dal Comune. Dal febbraio del 2008 il settore Beni culturali e paesaggistici della Campania l'ha poi dichiarata bene di interesse storico-artistico. Attualmente è aperta al culto con una messa che si svolge ogni domenica alle 9, mentre il lunedì e il sabato sono i giovani a viverla con le attività di catechismo. Il responsabile del restauro, Lorenzo Pisacane, sta inoltre ultimando la pubblicazione di un volume che ripercorrerà la storia della cappella.